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Neri di Bicci


Neri di Bicci (Firenze, 1418/1420 – Firenze, 1492) è stato un pittore italiano, ultimo esponente di una bottega molto attiva tra il Tre e il Quattrocento a Firenze.

Suo nonno era Lorenzo di Bicci (attivo nella seconda metà del Trecento) e suo padre Bicci di Lorenzo (attivo nella prima metà del Quattrocento), importanti pittori del gotico toscano.

Si formò nella bottega del padre, e dopo la sua scomparsa, nel 1452, ne assume la piena gestione. La sua attività è puntualmente documentata da un diario scritto di suo pugno, le cosiddette Ricordanze, redatto tra il 1453 e il 1475.

Sebbene Neri di Bicci sia definibile come un pittore di secondo piano della scena fiorentina, il suo gusto un po' retrò e la semplice carica devozionale delle sue opere gli procurarono una nutritissima serie di commissioni, da parte di varie chiese e istituti magari più provinciali, portando una grande diffusione alle sue opere, che ancora oggi si trovano spesso nelle collocazioni originarie. Inoltre le sue tariffe dovevano sicuramente essere più abbordabili rispetto a artisti di élite come Domenico Ghirlandaio o Sandro Botticelli, per cui fra i suoi committenti troviamo spesso parroci, istituti religiosi, ma anche famiglie della nutrita borghesia cittadina.

Comunque non fu esente da innovazioni, anzi presto elaborò un suo stile personale, al quale rimase fedele per tutta la sua quarantennale carriera, mutuato con eclettismo dalla rivisitazione di alcuni grandi pittori del secondo Quattrocento fiorentino, come il Beato Angelico della maturità, Filippo Lippi, Domenico Veneziano e Andrea del Castagno.

Dalle Ricordanze si apprende che la sua feconda attività fu ramificata in tutti i campi dell'artigianato pittorico: dai disegni per tessuti, alla collaborazione con intagliatori per opere lignee, dai disegni per le sculture, alla decorazione di cassoni, all'attività talvolta di architetto.

Nella sua bottega, sempre piena di commissioni, fecero il loro apprendistato molti pittori, fra i quali Cosimo Rosselli, Giusto d'Andrea, Francesco Botticini e Bernardo di Stefano Rosselli. Con la sua scomparsa la bottega di famiglia chiuse definitivamente.