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Paolo Finoglio

Paolo Finoglio


Paolo Domenico Finoglio, o Finoglia (Orta di Atella o Napoli, intorno al 1590 – Conversano, 1645), è stato un pittore italiano.

Data e luogo di nascita non sono noti con certezza. L'ipotesi che sia nato a Orta d'Atella nel 1590 è stata avanzata solo nel XVIII secolo da Bernardo De Dominici, il quale cita anche il secondo nome "Domenico" che non trova tuttavia alcun riscontro documentario. Si firmava Neapolitanus e probabilmente fece l'apprendistato a Napoli presso il pittore tardo-manierista Ippolito Borghese. L'influenza di questi non fu però forte come quella del Caravaggio, da lui molto ammirato. L'unica opera attribuibile al Finoglio risalente al periodo della sua formazione è la tela Sant'Andrea Avellino in gloria, conservata nella Basilica di San Paolo Maggiore di Napoli, probabilmente realizzata dal pittore insieme al Borghese. Ci sono evidenze che il Finoglio abbia alternato l'attività di pittore a quella di mercante d'arte e tessuti, mai venuta meno durante tutta la sua vita.

Intorno al 1610 è attestata la sua presenza a Lecce, dove probabilmente ebbe una sua bottega e alcuni seguaci: in quel periodo la Terra d'Otranto stava pian piano abbandonando la moda manierista in favore del caravaggismo; l'arte del Finoglio, che le riassumeva entrambe, riscosse pertanto un buon successo in questo momento di transizione. Nella città salentina il Finoglio si sposò con una nobildonna, Rosa (o Teresa) Lolli, e qui nacquero i suoi due figli Beatrice e Giuseppe (o Giovanni). A Lecce sono conservate molte sue tele, tra cui quattro Storie di Abramo nella Chiesa di San Giovanni Battista al Rosario; una di esse, la scena del Sacrificio di Isacco, è autografa e datata a un anno successivo al 1610, cosa che la rende la più risalente tra quelle sicuramente attribuibili alla sua mano. Altre sue opere leccesi sono una Sacra Famiglia con san Giovanni Battista e orante e un Trionfo di sant'Orsola, entrambe provenienti da altre chiese della città e oggi conservate nel Museo Diocesano. Molte altre sue tele sono conservate a Ugento, Tricase e Alessano, ma alcune di esse datano al periodo successivo: il Finoglio mantenne i contatti col Salento anche una volta tornato a Napoli e quando in seguito si stabilì a Conversano.