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Fra Bartolomeo

Fra Bartolomeo


Fra Bartolomeo, detto anche Baccio della Porta (Soffignano di Prato, 21 agosto 1473 – Firenze, 31 ottobre 1517), è stato un pittore italiano, frate domenicano.

Le sue prime opere riflettono lo stile dell'assistente di Cosimo Rosselli, Piero di Cosimo, dal quale egli prese la delicatezza della linea e l'interesse per la pittura fiamminga, di Ghirlandaio e Filippino Lippi. Successivamente si avvicinò a Raffaello, infondendo una nuova monumentalità alle sue opere. A Venezia dovette rimanere impressionato soprattutto dalle opere di Giovanni Bellini, che gli trasmise una nuova resa atmosferica della luce e del colore.

Anche le sue Sacre Conversazioni, prodotte dal 1509 al 1513, traggono ispirazione dalle pale belliniane delle chiese veneziane di San Giobbe e di San Zaccaria, dove la Madonna in trono, entro un'abside e incoronata da un baldacchino, è circondata da santi. Successivamente, durante la sua permanenza a Roma, Bartolomeo ebbe l'opportunità di conoscere le opere romane di Raffaello e Michelangelo che lo influenzeranno per tutto il resto della vita.

Il programma di fra Bartolomeo è di ribadire la finalità religiosa della pittura, aggiornandone il contenuto con le forme espresse dai migliori artisti del suo tempo: lo sfumato di Leonardo, il plasticismo di Michelangelo, il caldo colorismo di Bellini, di Giorgione e del giovane Tiziano e l'equilibrio compositivo di Raffaello; in questo modo il messaggio devozionale non potrà che essere meglio compreso e perciò accolto più favorevolmente. Nella Visione di san Bernardo le cose mantengono la solidità del reale, normalizzando il miracolo a fatto quotidiano, enfatizzato soltanto dall'imponenza delle forme michelangiolesche.

Anche nella Madonna della Misericordia vi è una “reale” apparizione al centro della tela di Cristo, degli angeli e della Madonna, persona fra persone, nell'enfasi del gesto mediatore fra la misericordia divina e la folla inginocchiata; il gruppo del Bambino con la Madonna e Sant'Anna, in primo piano, raccorda la realtà della presenza del Cristo in terra con la sua sussistenza in cielo, mostrando l'attualità della sua presenza, ma si risolve in una citazione della famosa tavola di Leonardo.

In queste due tele Bartolomeo mostra bene che cosa egli intenda per rappresentazione religiosa: “il quadro davanti a cui il popolo prega non è l'oggetto ma lo strumento del culto, come il suono dell'organo, che induce in tutti il medesimo stato di commozione, la stessa disposizione alla preghiera”.

Benché la sua pittura rimandi alle grandi correnti pittoriche del suo tempo ma solo “sul piano del compromesso e non del confronto dialettico, la funzione storica di fra Bartolomeo è importante. Nella sua oratoria sacra v'è qualcosa dell'ardore e della fierezza del Savonarola e vi si mescola, anche per l'audace richiamo a Leonardo e a Michelangelo” (Giulio Carlo Argan).