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Domenico Gagini


Domenico Gagini o Gaggini (Bissone, 1420 circa – Palermo, 29 settembre 1492) è stato uno scultore svizzero, originario del canton Ticino, figlio di Pietro, attivo in Italia nel Rinascimento.

Della sua formazione non si hanno notizie documentate, anche se la sua opera rivela influssi gotico-lombardi dovuti quindi alla sua formazione giovanile. Secondo Vasari sarebbe stato allievo di Filippo Brunelleschi a Firenze, e anche il Filarete nel suo Trattato di architettura parla di un «Domenico proveniente dal lago di Lugano, discepolo di Pippo di Ser Brunelleschi». La sua permanenza a Firenze ebbe luogo probabilmente dal 1444 al 1446; in tale periodo avrà avuto modo ammirare l'opera di Donatello, ma soprattutto le formelle di Lorenzo Ghiberti il cui stile era più congeniale alla sua formazione tardogotica.

Nel 1448 gli viene commissionata la Cappella di San Giovanni Battista nella cattedrale di San Lorenzo a Genova. Il progetto che Domenico doveva realizzare si rifaceva alla tradizione dei cappelloni trecenteschi di matrice tardogotica. Il documento stesso ci riferisce sia del modello che del luogo dove sarebbe stara eretta: un cappellone addossato alla parte sinistra della tribuna della chiesa dove già si conservavano le spoglie del Precursore. Domenico progetta una struttura che ricorda molto il monumento funebre Brancacci realizzato a Napoli da Michelozzo di Bartolomeo, modello che l'artista bissonese conosceva dal diretto contatto con Michelozzo, attivo nella cerchia brunelleschiana.

Intorno al 1457 è a Napoli, dove la sua personalità si arricchisce delle innovazioni diffuse da Francesco Laurana. Partecipa infatti ad una delle realizzazioni che aprono la fase rinascimentale nel Meridione d'Italia, cioè l'apparato delle sculture in Castel Nuovo a Napoli dell'Arco di Alfonso V d'Aragona (1457-1458) inserito nella cerchia di artisti organizzata da Laurana. Frutto del suo scalpello è la statua della Temperanza. Sempre in Castel Nuovo gli vengono attribuite la porta bifronte, varco d'accesso alla Sala dei Baroni e la Madonna della Cappella di Santa Barbara.

Sull'onda della diffusione dell'arte rinascimentale avviata dall'Arco trionfale del Castel Nuovo, l'artista arriva a Palermo nel 1459 dove apre una bottega che alla sua morte sarà ripresa da suo figlio Antonello. Contribuirà fortemente alla diffusione del linguaggio rinascimentale in Sicilia guadagnandosi l'appellativo dialettale confidenziale di "Mastru Duminicu marmuraru".