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Francesco del Cossa

Francesco del Cossa


Francesco del Cossa (Ferrara, 1436 – Bologna, 1478) è stato un pittore italiano. Fu con Cosmè Tura ed Ercole de' Roberti uno dei pittori più importanti della scuola ferrarese del XV secolo.

Non si hanno notizie circa la sua formazione, che poté avvenire accanto a Cosmè Tura, magari con una conoscenza dell'ambiente padovano dominato da Donatello e Mantegna, ma anche delle novità di Piero della Francesca. Proprio una maggiore compostezza e solennità nelle figure, derivate dalla lezione del pittore di Sansepolcro, sono gli elementi che contraddistinguono i lavori di Francesco rispetto agli altri pittori ferraresi.

Il primo documento noto che lo riguarda è datato 11 settembre 1456, quando il pittore, ancora sotto tutela del padre, riceve un pagamento per una Deposizione con tre figure dipinta a grisaglia vicino all'altare maggiore del Duomo di Ferrara, andata perduta con il rifacimento dell'abside alla fine del Quattrocento. Nel 1460 è citato come testimone in due atti notarili a Ferrara, dove viene appellato come "pictore", quindi già indirizzato a un'attività, per la quale si affrancò dalla tutela paterna nel novembre di quell'anno.

Tutt'altro che sicura è la sua partecipazione alla decorazione dello studiolo di Belfiore, dove alcuni gli hanno attribuito la musa Polimnia, legata a modi pierfrancescani, ma oggi più prudentemente assegnata a un maestro anonimo.

Nel dicembre 1462 l'artista è citato a Bologna tra i testimoni del battesimo del figlio di Bartolomeo Garganelli, appartenente a una famiglia che anni dopo fu committente di un importante ciclo di affreschi. Nel 1463 morì il padre e fino al 1467 non si conoscono altri documenti che lo riguardino. Questo silenzio è stato interpretato come l'occasione di un lungo viaggio formativo, in cui toccò forse Firenze. In ogni caso nel 1467 risultò di nuovo a Ferrara dall'11 febbraio. Lo stesso anno dovette tornare a Bologna, dove è pagato per il cartone per due vetrate nella chiesa di San Giovanni in Monte, con una Madonna col Bambino e angeli e una Madonna col Bambino oggi al Museo Jacquemart-André. In queste opere si nota una conoscenza di prima mano della cultura figurativa fiorentina coeva, legata alle esperienze di Domenico Veneziano, con la sua "pittura di luce", e Maso Finiguerra, con la presa a modello della scultura nel disegno.