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Fabrizio Santafede

Fabrizio Santafede


Fabrizio Santafede (Napoli, 1555 circa – Napoli, 1626) è stato un pittore italiano, dell'epoca manierista e proto-barocca, considerabile come uno dei più importanti della scena napoletana negli anni precedenti all'arrivo del Caravaggio in città.

Allievo dell'artista senese Marco Pino, che operò a Napoli nell'ultima parte della sua vita, tra il 1580 e il 1600 i suoi dipinti risentirono dell'impronta manierista tosco-veneta, calibrata e addolcita negli anni da un recupero di modelli lontani nel tempo, tanto da fargli meritare il "plauso universale, sì che ne fu chiamato il Raffaello napoletano".

Nel 1593 il pittore, forse il maggiore del momento a Napoli, se appena un anno prima, per dirla col Previtali, «appare assunto nell'Olimpo degli arrivati», con la commissione dell'Annunciazione di Santa Maria de La Vid, a Burgos, eseguiva per la cappella Medici di Gragnano, nella chiesa napoletana dei Santi Severino e Sossio, la ben conosciuta tavola della Madonna col Bambino e i santi Benedetto, Mauro e Placido. Le molteplici esperienze formative del pittore, da Marco Pino (attivo in passato per la stessa chiesa) a Raffaello, fino al manierismo internazionale, neo-parmigianesco di Francesco Curia, paiono qui raggiungere una loro unitaria convergenza, e a livello assai nobile di qualità. Osserviamo i personaggi inseriti in una equilibrata scenografia, di poche e solide figure solennemente atteggiate in primo piano, che non lasciano alcuno spazio ad elementi secondari quali il paesaggio. È chiaro che siamo di fronte ad un tentativo di interpretare le immagini sacre con serietà contro-riformata di linguaggio, ma in modo accostante e 'domestico', vicino alla religiosità dei devoti.

In seguito il nostro si avvicinò allo studio dell'opera del Caravaggio e a quella di altri toscani come Santi di Tito e Domenico Crespi detto il Passignano.

Nel 1603 e nel 1608 gli furono commissionate due opere per il Pio Monte della Misericordia di Napoli, Cristo in casa di Marta e Maria e San Pietro che resuscita Tabitha.

Tra le altre tele di rilievo vanno menzionate L'incoronazione della Vergine (1601-02) nella Chiesa di Santa Maria la Nova, la Madonna e Santi (1606) a Monteoliveto, e le opere commissionate da privati come I figli di Zebedeo davanti a Cristo (1625) ai Gerolamini e la Lavanda del Bambino, tela menzionata da Bernardo De Dominici nel 1742. Di probabile sua attribuzione sarebbe la Madonna con angeli e san Bonaventura, san Francesco e Ludovico d'Angiò opera collocata sull'altare maggiore nella Chiesa di San Bonaventura (Napoli) situata in via San Giovanni Maggiore Pignatelli.

Fra i suoi allievi vi furono Massimo Stanzione (uno dei maggiori esponenti della pittura napoletana del Seicento), Marco Mele e Giovanni De Gregorio, detto il Pietrafesa.