Il sito archeologico di Falerii Novi è stato costruito dai romani su percorsi viabili in terra battuta di epoca arcaica falisca e repubblicana romana, divenuta via Annia in epoca imperiale romana, oggi chiamata via Amerina[15], si diverticola dalla via Cassia; passando per Nepet (ora Nepi), per poi proseguire a nord incrociando Faleri Novi, per poi collegare Amelia.
Il perimetro della città era di ca. 2400 metri, la sua forma è approssimativamente triangolare e le mura sono un esemplare notevolmente fine e ben conservato di architettura militare romana. C'erano circa 80 torrette, di cui circa 50 sono ancora conservate. Inoltre due delle porte, che erano otto, sono notevoli.
Delle costruzioni all'interno delle mura appena qualche cosa è stato scavato negli anni 70, quando comunque il foro ed il teatro (come anche, fuori delle mura, l'anfiteatro con arena che misurava 55 per 33 metri) erano stati del tutto scavati nel XIX secolo.
Al'interno dei resti della città di Faleri Novi, si trova una costruzione romanica, la chiesa abbaziale cistercense di Santa Maria di Falleri, costruita saccheggiando i resti archeologici di Faleri Novi, alla fine del XII secolo per iniziativa di monaci provenienti dalla Savoia. Al portale lavorarono anche alcuni marmorari della famiglia dei "Cosmati" che realizzarono anche diverse chiese in zona.
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