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Jacopo Barozzi da Vignola

Jacopo Barozzi da Vignola


Jacopo Barozzi da Vignola, detto comunemente Il Vignola (Vignola, 1º ottobre 1507 – Roma, 7 luglio 1573), è stato un architetto, teorico dell'architettura e trattatista italiano.

Formatosi a Bologna come pittore e prospettico, le sue prime commesse furono bozzetti per tarsie lignee. L'arte del disegno lo portò ben presto ad interessarsi all'architettura, attività nella quale fu influenzato dal trattato di Sebastiano Serlio e dalla tradizione rinascimentale.

La sua formazione si completò a Roma negli anni trenta del Cinquecento, durante un soggiorno di qualche anno in cui fu attivo come pittore ed ebbe modo di studiare i monumenti antichi, misurandoli e disegnandoli, per Marcello Cervini, Alessandro Manzuoli e Bernardino Maffei, in quello che si proponeva come un lavoro preparatorio nell'ambito degli studi vitruviani perseguiti dall'Accademia della Virtù, di cui egli faceva parte. Ebbe modo anche di collaborare con Baldassarre Peruzzi al cantiere del Belvedere.

A Roma, nel 1540, entrò in contatto con Primaticcio collaborando con lui per i calchi delle statue della collezione vaticana di cui Francesco I desiderava delle copie. Fu in seguito (dal 23 aprile 1541 a circa il 23 dicembre 1543), in Francia come assistente del Primaticcio nel cantiere della reggia di Fontainebleau, dove dipinse prospettive e curò il getto delle copie in bronzo dei calchi presi a Roma. In Francia ebbe modo di incontrare Sebastiano Serlio. Dopo essere ritornato a Bologna nel 1543, collaborò al cantiere della Fabbrica di San Petronio, eseguendo anche progetti per la facciata, che non ebbero seguito, e lavorò ad opere di ingegneria idraulica.

Nel 1550 si trasferì definitivamente a Roma. Divenne l'architetto dei Farnese e lavorò prevalentemente per essi per oltre vent'anni, raggiungendo un grande successo professionale. Assunse anche l'incarico, dopo la morte di Michelangelo nel 1564, di architetto capo della basilica di San Pietro in Vaticano.

Per papa Giulio III lavorò a Villa Giulia (dal 1550), rielaborando precedenti progetti. Contemporaneamente, tra il 1551 e il 1553, costruì il tempietto a pianta quadrata con cupola ovale di Sant'Andrea. Nel 1562 il Vignola pubblica il trattato intitolato Regola delli cinque ordini d'architettura, composto molto tempo prima, che ebbe larghissima diffusione in tutta l'Europa fino all'Ottocento. Si ritiene che l'origine di questo trattato sia da ricercare negli studi e nei disegni, ora perduti, che egli eseguì a Roma per l'Accademia vitruviana della Virtù.

Capolavoro d'architettura manierista è l'imponente Palazzo Farnese di Caprarola, eretto dal Vignola su un preesistente fortilizio del Sangallo. Grande fortuna ebbe nei secoli anche lo schema proposto per la chiesa del Gesù, che divenne prototipo utilizzato dai Gesuiti per l'erezione dei loro edifici di culto.

Per Ottavio Farnese e Margherita d'Austria, duchi di Parma e Piacenza, iniziò la colossale e incompiuta residenza ducale di Piacenza. Un'altra insigne opera vignoliana, la prima di una lunga serie di palazzi nobiliari di architetti che si ispirarono al suo stile anche nel '600 e nel '700, è il Palazzo Farnese di Latera, commissionato dal Duca Pier Bertoldo Farnese e terminato nel 1550; imponenti sono le arcate che si affacciano nel cortile interno.

Il Vignola dal 1573 è sepolto al Pantheon di Roma.