Il tabernacolo in terracotta invetriata, fu realizzato da Giovanni della Robbia (1525 circa) ed è tipico del suo stile per la ricchezza di colori usati (blu, verde, giallo, rosa per l'incarnato, bianco). Ritrae il santo milanese in posizione benedicente, nel luogo secondo il quale sarebbe veramente passato in visita alla città di Firenze accompagnato dal suo amico, il vescovo, san Zanobi.
Fu commissionato dalla potenza della "Città Rossa", una delle più importanti fra le antiche brigate festeggianti, associazioni laiche risalenti al 1343. Questi gruppi che potremmo definire goliardici avevano lo scopo di organizzare festeggiamenti e manifestazioni nella città ed ogni rione aveva la sua brigata, la quale eleggeva un primo rappresentante che veniva titolato con un nome sempre altisonante (Gran Monarca, Imperatore, Gran Signore, ecc.). Similmente alle contrade senesi esistevano accese rivalità fra le brigate che non di rado sfociavano in risse e sassaiole, durante le quali spesso si avevano feriti e qualche volta anche dei morti sul campo.
A Sant'Ambrogio era presente una delle più antiche e vitali di queste istituzioni popolari, la Signoria del Gran Monarca della Città Rossa, così denominata perché simboleggiava tutto il quartiere detto della Mattonaia per le fornaci di mattoni. L'emblema (una fortezza rossa) si nota nella gocciola del tabernacolo, tra due cornucopie, e sulla cantonata della chiesa sul lato opposto, dove su due targhe in pietra datate 1577 compare anche la scritta del nome.
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