Il palazzo, concepito come una tipica casa a corte, presenta un cortile interno di cui un lato è ornato da un portico. La sua notorietà è legata al fatto di essere stato, come testimoniano due lapidi sulla facciata, residenza di due figure di spicco: il poeta Angelo Mazza e l’esploratore Vittorio Bottego. Il piano nobile fu decorato a metà Ottocento da Francesco Scaramuzza, autore di affreschi raffiguranti, tra le altre, La Notte e l’Apoteosi del poeta. All’inizio del Novecento l’edificio fu acquistato da Adriana Pigorini Lusignani, che lo lasciò in eredità al Comune di Parma con la volontà di trasformarlo in sede museale, da intitolare a suo nome. Nel 1996 il palazzo è stato riaperto al pubblico come spazio espositivo, diventando un importante punto di riferimento culturale della città.
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