La chiesa madre fu la prima grande opera di uso pubblico cittadina. La costruzione della prima parte dell'edificio risale al 1629, stesso anno di fondazione del paese. La costruzione doveva essere edificata a cura e spese interamente a carico del barone Gian Vincenzo Maria Termini e Ferreri, e ciò per un preciso obbligo assunto con i Capitoli della Terra.
La chiesa presenta una grande cupola d'ordine toscano poggiante su quattro pilastri i cui pennacchi presentano le effigi dei quattro evangelisti raffigurati con i rispettivi attributi iconografici: l'angelo rappresentante San Matteo, l'aquila per San Giovanni Evangelista, il leone per San Marco, il toro per San Luca.
Lo stile architettonico della parte inferiore sino al primo cornicione è di stile corinzio, ripartito da lesene che a coppia delimitano ciascun ingresso. La rimante parte è di stile composito che ricalca la suddivisione del primo ordine nella parte centrale comprendendo un finestrone centrale e due cornici a forma di stemma, che ospitano i quadranti di due differenti orologi. Ai lati semplici volute raccordano i due livelli, sui pilastrini acroteriali agli angoli sono collocate le statue raffiguranti rispettivamente San Giuseppe e San Vincenzo Ferreri. Sul secondo cornicione, ai lati del timpano sono presenti le raffigurazioni di San Pietro e San Paolo. Chiude la prospettiva una piramide con sfera sormontata da croce in ferro battuto.
Impianto a croce latina a tre navate ripartite da pilastri, dieci archi, e archetti di raccordo la controfacciata. Molti ambienti ospitano le opere eseguite dallo scultore castelterminese Michele Caltagirone, inteso Quarantino e tre grandi tele del frate cappuccino Fedele Tirrito.
Sui muri laterali del coro sono collocate due grandi tele di Giuseppe Velasco raffiguranti Gesù e l'adultera e Gesù caccia i mercanti dal tempio, entrambi doni di Forcalle, che fu un ricco amministratore del duca Diego Pignatelli Aragona Cortes, duca di Terranova, al tempo barone di Casteltermini. L'ambiente ospita la statua lignea raffigurante San Francesco di Paola, dello scultore Rosario Bagnasco.
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