La fondazione dell’edificio risale intorno al 1275, quando i frati francescani decisero di erigere un convento nel cuore del centro storico, su un terreno donato dal Comune di Arcevia. Nei secoli successivi la struttura subì diversi interventi di modifica e restauro. Il primo rilevante, risalente probabilmente alla fine del Trecento, interessò la facciata: il portale romanico in pietra rosa e bianca venne spostato lungo la via principale e alla chiesa fu annesso un imponente voltone sorretto da quattro massicci pilastri.
Fino al 1517 l’edificio appartenne all’Ordine dei Francescani; in seguito passò ai Conventuali. Nel 1597 fu disposta l’eliminazione di numerosi altari, eretti in eccesso per volontà di famiglie nobili locali. Un radicale rinnovamento in stile barocchetto avvenne nel 1750, sotto la guida dell’architetto e plasticatore Lorenzo Bossi, autore anche delle otto statue di personaggi storici che oggi ornano le pareti.
L’interno, a navata unica e arricchito da eleganti stucchi, ospita un altare maggiore e sei altari laterali. Dal presbiterio si accede al coro settecentesco in noce massello, al ciborio e al baldacchino dorati a oro zecchino. Ai lati del coro si ammirano due opere di Ercole Ramazzani: Il Battesimo di Cristo (1593), collocato a destra dell’abside, e L’Ascensione di Cristo in Cielo (1594), sulla parete opposta.
La cappella di San Bonaventura custodiva in origine un dipinto di Luca Signorelli, commissionato nel 1508, sottratto in epoca napoleonica e oggi conservato alla Pinacoteca di Brera. L’altare dedicato a Sant’Antonio da Padova presenta un paliotto con ciborio, baldacchino e due ampi reliquiari in legno dorato. A sinistra dell’ingresso si conservano resti di affreschi databili tra XII e XIV secolo, tra cui una Madonna con Bambino e Angeli di scuola umbro-marchigiana, nota come “Vergine del Parto”, tradizionalmente invocata dalle donne in attesa.
Si consiglia di verificare la corrispondenza degli orari di apertura contattando direttamente la struttura.
