Fu eretta su una grotta scavata nel tufo, nei pressi della quale sono stati ritrovati depositi votivi risalenti al IV-III secolo a.C. L'abbazia passò poi ai benedettini (che la abbandonarono nel 1456), ai cappuccini (che fondarono una biblioteca e un lanificio) e, nel 1782 all'ordine militare costantiniano, che ne fu proprietario fino al 1866. L'intero complesso è costituito da un convento a più piani, una chiesa settecentesca e la cappella di San Michele arcangelo. La grotta dell'Angelo dedicata a san Michele è adornata da affreschi risalenti alla metà dell'XI secolo ed era il luogo dove si riunivano in preghiera i monaci italo-greci che anticamente abitavano la zona. Da qui è possibile avere un suggestivo panorama dei laghi di Monticchio.
L'intero complesso è costituito da un convento a più piani, una chiesa settecentesca e la cappella di San Michele arcangelo. La storia della badia appare, fin dalle origini, strettamente legata alla presenza di una comunità di Benedettini che è insediata nell’istmo tra i due laghi, nell’abbazia di S. Ippolito. Qui sono da collocare la maggior parte delle strutture utilizzate per fornire assistenza ed ospitalità ai pellegrini. È probabile che questa sia stata costantemente utilizzata per officiare i riti connessi al culto dell'arcangelo e i numerosi ampliamenti nell'edificio sono da relazionare alla costante crescita dell'insediamento ed al radicarsi del culto nell'area del Vulture.