L’Abbazia dei Santi Felice e Mauro, in Val di Narco, spicca per il candore delle sue pietre nella valle umbra. Splendido esempio del romanico umbro, l’Abbazia dei SS. Felice e Mauro, racconta e ricorda le gesta di Mauro e Felice e degli altri monaci ed eremiti giunti dalla Siria sulle montagne dell’Umbria nel VI secolo d.C. La Chiesa fu consacrata nell’aprile del 1194.
La Chiesa, ad unica navata, è illuminata internamente, dall’alto, da quattro monofore aperte, su ciascuna delle pareti. Il presbiterio, in stile cosmatesco, si innalza al di sopra dello spazio dei fedeli e vi si accede salendo gradini di pietra che, come le virtù, sono sette. L’abside conserva ancora l’antica copertura con lastre di pietra. Cristo benedicente e solenne tra due angeli, nel catino, fu dipinto dal maestro di Eggi alla metà del Quattrocento. Nel tamburo, tra San Sebastiano protettore della peste e Santa Apollonia protettrice dei denti, a Madonna con il Bambino.
Due gradinate, ai lati della scalinata, conducono alla cripta. Un piccolo sarcofago romano in calcare rosato, custodito da un’antica ferrata, contiene quanto resta della natura terrena di Felice, Mauro e della nutrice, giunta con loro dalla Siria. Sopra il sarcofago un affresco del Cristo Risorgente. Una colonna romana in granito grigio e capovolta, sorregge le volte al centro della cripta.
Tra i molteplici affreschi rimasti, quello di maggiore importanza è quello presente nella parete di sinistra, risalente alla prima metà del Quattrocento e raffigurante l’adorazione dei Magi. Sulla parete di destra della navata, un affresco raffigura San Mauro nell’atto di attirare il drago fuori dal suo nascondiglio tramite un’esca appesa ad una canna. Più avanti, l’arcangelo Michele mentre tiene a bada il Diavolo, pesa le anime.
Si consiglia di verificare la corrispondenza degli orari di apertura contattando direttamente la struttura.