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Pietro Bracci

Pietro Bracci


Pietro Bracci (Roma, 16 giugno 1700 – Roma, 13 febbraio 1773) è stato uno scultore italiano.

Fu uno dei massimi, se non il più grande, degli scultori del tardobarocco, dominatore del panorama scultoreo romano alla fine del XVIII secolo, noto per aver portato a termine con la sua arte la famosa Fontana di Trevi.

Pietro Bracci nasce a Roma il 16 giugno 1700 da Bartolomeo Cesare Bracci (scultore in legno) e da Anna Lorenzoni. Entra nella bottega di Camillo Rusconi dove lavora per 6 anni e studia la scultura di Giuseppe Bartolomeo Chiari. Nel 1721 realizza nello studio del Rusconi un crocefisso in argento su commissione del principe Boncompagni come dono nuziale al suocero, doge di Venezia.

Nel 1724 sposa Faustina Mancini, figlia del pittore Francesco Mancini, la cui influenza deve avergli facilitato l'ingresso nella Arcadia prima e poi nell'Accademia di San Luca. Il figlio Virginio fu scultore e architetto.

Nel 1725 Bracci apre la propria bottega in Piazza Trinità dei Monti. Protetto dal cardinale Alessandro Albani, diviene il ritrattista della corte pontificia. Numerosi i busti marmorei realizzati nella sua lunga carriera. Viene ammesso, giovanissimo, all'Arcadia con il nome di pastore Elisio e successivamente nell'Accademia di San Luca di cui diventerà principe (1756). Ammesso nell'Accademia Clementina di Bologna e nella Congregazione dei Virtuosi al Pantheon, fondata da Raffaello, ove è sepolto.

Numerose sono le sue opere eseguite nel corso di una lunga carriera. Artista piacevole, solenne e virtuoso, dotato di ottima tecnica ma non propriamente innovativo, Pietro Bracci fu il caratteristico rappresentante dell'ottimo livello raggiunto dalla scuola romana del XVIII secolo, che proseguiva nella linea barocca di Gian Lorenzo Bernini temprandone il dinamismo nella solenne ed eclettica compostezza derivata dagli insegnamenti pittorici di Carlo Maratta.

Scultore acclamato nel suo tempo, viene denigrato dai critici dopo l'avvento della nuova realtà politica seguita alla dominazione francese. Colpevole di aver operato in un tempo, successivamente considerato decadente, viene dimenticato in Italia a favore della nuova arte che vede nel Canova e Camuccini i suoi massimi esponenti. La sua lunga carriera si svolge a cavallo tra due stili ed egli ne è l'elemento di cerniera.

Antonio Canova muove i suoi primi passi aiutato proprio dal figlio Virginio. Le idee illuministe che lo permeano sono poi riprese da Virginio Bracci nella costruzione della città di Servigliano, una volta Villa Clementina, unica opera realizzata in Italia di città a pianta unica secondo le moderne dottrine illuministiche.