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Vittore Carpaccio

Vittore Carpaccio


Vittore Carpaccio, detto talvolta anche Vittorio (1465 circa – 1525/1526), è stato un pittore italiano.

Fu uno dei protagonisti della produzione di teleri a Venezia a cavallo tra il XV e il XVI secolo, divenendo forse il miglior testimone della vita, dei costumi e dell'aspetto straordinario della Serenissima in quegli anni. Come altri grandi maestri italiani della sua generazione (Perugino, Luca Signorelli, lo stesso Andrea Mantegna), dopo un periodo di fastosi successi visse una crisi poco dopo lo scoccare del XVI secolo per le difficoltà ad assimilare gli apporti rivoluzionari e moderni dei nuovi "grandi" (Leonardo da Vinci, Michelangelo, Raffaello, Giorgione e Tiziano). Visse gli ultimi anni relegato in provincia, dove il suo stile ormai attardato trovava ancora ammiratori.

La prima opera sicuramente datata di Carpaccio è un episodio delle Storie di sant'Orsola (Arrivo dei pellegrini a Colonia), dove si riscontra un certo imbarazzo giovanile nella tecnica e nella forma artistica. Un ristretto gruppo di opere è stato riferito, tramite il confronto stilistico, a questa prima fase della produzione dell'artista, leggermente anteriore al ciclo di Sant'Orsola. Si tratta essenzialmente del Redentore benedicente tra quattro apostoli e della Pietà della Collezione Contini Bonacossi di Firenze, e del Polittico di Zara, nella cattedrale della città adriatica.

Dal 1490 al 1495 fu impegnato in una prima grande commissione, la realizzazione dei nove teleri con le Storie di sant'Orsola, per la Scuola della santa omonima (ora conservati alle Gallerie dell'Accademia di Venezia), tratte dalla Leggenda Aurea di Jacopo da Varagine. Sulla scorta del successo dei teleri di Sant'Orsola, Carpaccio venne invitato a partecipare anche a un altro grande ciclo che si andava di dipingendo in quegli anni, quello per la Scuola Grande di San Giovanni Evangelista. Suo è il Miracolo della Croce a Rialto del 1496 circa, uno dei primi della serie che fu poi completata da Gentile Bellini e altri.

Al culmine della carriera ricevette, tra il 1501 e il 1502, la prestigiosa commissione per un vasto telero per la Sala dei Pregadi in Palazzo Ducale. All'opera, che venne terminata entro il 1507 e della quale non si conosce nemmeno quale fosse il soggetto, si aggiunsero poi, più tardi, altri due teleri (1510 circa) per la Sala del Maggior Consiglio con Papa Alessandro III che ad Ancona conferisce al doge Alessandro Zen l'insegna del parasole e Papa Alessandro III che concede l'indulgenza nel giorno dell'Ascensione ai visitatori di San Marco, quest'ultimo forse in collaborazione con Giovanni Bellini. Tutte queste opere vennero distrutte nel disastroso incendio del 1577, che bruciò anche le opere di Giorgione e Tiziano ivi contenute.