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Sante Cattaneo

Sante Cattaneo


Sante Cattaneo (Salò, 8 agosto 1739 – Brescia, 4 giugno 1819) è stato un pittore italiano, attivo principalmente in provincia di Brescia.

Fu iniziato all'arte da uno zio intagliatore in legno ed ornatista. Studiò poi pittura sotto la guida del bresciano Antonio Dusi e del bolognese Francesco Monti. Verso il 1760 abbandonata ogni attività artistica, si ritirò sul lago di Garda. Nel 1775 per insistenza di amici e specie dello scultore G.B. Carboni, ritornò a Brescia dove aprì una frequentata scuola di disegno. Fu varie volte a Bologna: nel 1776 vi frequentò l'Accademia Clementina, esercitandosi al nudo. Fu anche a Roma come attesta un disegno conservato nella Pinacoteca Tosio-Martinengo in cui si legge "Cataneo fece in Roma".

Preso nel 1780 da una nuova crisi di scoraggiamento e sfiducia abbandonò ancora una volta i pennelli, riprendendoli però dopo breve tempo. Aprì una scuola di nudo presso la Biblioteca Queriniana e dal 1810 fu professore di disegno del Liceo del Mella. Buon assimilatore ebbe molti ispiratori fra cui Monti, Rubens, Correggio, Pittoni, Carboni, Reni, Albani. Modesto e religioso, dipinse soprattutto cose sacre, a olio e a fresco nelle quali la Calabi notò "fortissime influenze rubensiane. Del resto vicino talora al Baroccio, per un neocorreggismo derivato, un po' languido e teatrale, e le tonalità da pastello tal altra al Pittoni, fu sensibile a molteplici influssi e pieno di squilibri".

Dell'influenza di Francesco Monti "sono prova la caratteristica morbidità del modellato e del contorno, l'atmosfera calda e dorata di quasi tutti i dipinti, la pennellata pastosa, sinuosa, sfumante". Più severo il discorso di Bruno Passamani che scrive: "Dal carattere incostante, dalla fervida religiosità, dalle invidie degli avversari, forse anche dalla coscienza di non possedere talento originale, ma solo capacità di assimilazione, può essere spiegato il carattere del pittore così pieno di squilibri anche dal punto di vista stilistico Dalle molte fonti da lui usate il Passamani fa derivare la "discontinuità e freddezza di molte opere". Sta però il fatto che ai suoi tempi il Cattaneo venne considerato eminente artista, come scrive il Morcelli nell'epitaffio dettato per la sua tomba.