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Jacopo Bassano


Jacopo da Ponte, detto Jacopo Bassano (Bassano del Grappa, 1515 circa – Bassano del Grappa, 13 febbraio 1592), è stato un pittore italiano della Repubblica di Venezia.

Nacque a Bassano attorno al 1515 dal pittore Francesco da Ponte, poi detto il Vecchio, e dalla sua prima moglie Lucia Pizzardini. Si formò inizialmente presso il padre, un modesto artista originario di Gallio e capostipite della famiglia. Secondo quanto racconta Ridolfi, si trasferì poi a Venezia per apprendere i segreti del mestiere nella bottega di Bonifacio de' Pitati.

Tornato in patria si inserì nell'impresa familiare, assumendo progressivamente un ruolo di primo piano. Nel 1535 realizzò tre grandi tele per il Palazzo pubblico di Bassano, raffiguranti Cristo e l'adultera, I tre fanciulli nella fornace ardente e Susanna e i vecchioni, nelle quali all'influenza del maestro si unisce un'attenta resa del dato naturalistico ed emergono influssi di Tiziano e Lorenzo Lotto.

Tra il 1535 e il 1540 si avvicinò alla plasticità del Pordenone. Di questo periodo sono il Sansone e i filistei, oggi a Dresda, e l'Adorazione dei Magi, oggi alla Burghley House.

Dai documenti sembra che l'artista abbia passato quasi tutta la sua vita a Bassano. Nel 1541 il consiglio comunale gli concesse l'esenzione dalle tasse, e da ciò risulta che questi era capo di famiglia e che quindi il padre Francesco era morto.

Dagli anni quaranta si avvicina alla pittura manieristica, soprattutto a quella di Francesco Salviati; tra il 1540 e il 1550 esegue il Martirio di santa Caterina d'Alessandria oggi nel Museo civico di Bassano, la Decollazione del Battista di Copenaghen, con figure affilate e affusolate inserite in una scena rarefatta, l'Andata al Calvario, dove il paesaggio è ripreso dalle incisioni tedesche, la Natività di Hampton Court e il Riposo durante la fuga in Egitto di Milano.

Nel 1546 sposò Elisabetta Merzari (+ 5 settembre 1601) dalla quale ebbe otto figli: Francesco Alessandro (3 gennaio 1547 - marzo 1547), Francesco Giambattista (7 gennaio 1549 - 2 luglio 1592), Giustina (27 dicembre 1551 - 22 luglio 1558), Giovanni Battista (4 marzo 1553 - 1613), Benedetta Marina (21 marzo 1555), Leandro (10 giugno 1557- 15 aprile 1622), Silvia Giustina (17 aprile 1560) e Girolamo (3 giugno 1566 - 8 novembre 1621). Francesco, Giambattista, Leandro e Girolamo seguiranno le orme paterne e diventeranno pittori, così come il nipote Jacopo Apollonio, figlio di Marina e Apollonio Apolloni.

Tra il 1550 e il 1560 realizza l'Ultima Cena della Galleria Borghese di Roma dove riprende lo stile luministico del Tintoretto. Produce quadri nella bottega di famiglia, insieme ai figli, fino alla scomparsa.