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Francesco Melzi

Francesco Melzi


Francesco Melzi (Milano, 1491 – Vaprio d'Adda, 1570) è stato un pittore italiano, pupillo di Leonardo da Vinci.

Nacque nel 1491, come si desume da un disegno firmato e datato 1510 dove si dichiara diciannovenne, conservato alla Pinacoteca Ambrosiana. Apparteneva alla ricca famiglia patrizia dei Melzi, proprietari di una villa tuttora esistente nel comune di Vaprio d'Adda, dove lo stesso Leonardo soggiornò più volte. Dopo aver conosciuto il maestro in occasione del suo secondo soggiorno milanese (1508 - 1513), lo accompagnò nel suo viaggio a Roma nel 1513 e in seguito in Francia nel 1517, dove gli rimase accanto fino alla morte avvenuta il 2 maggio 1519. Fu stipendiato dal Re di Francia Francesco I per la sua attività di assistente del maestro toscano.

Il 25 aprile 1518, nel castello di Cloux, Amboise, Leonardo da Vinci lo nominò nel suo testamento erede di "tutti et ciascheduno li libri che edicto testatore ha de presente et altri istrumenti et portracti circa l'arte sua et industria de pictori".

Dopo la morte di Leonardo, ereditò tutti i disegni e i manoscritti artistici e scientifici del maestro, li trasferì nella villa di famiglia a Vaprio d'Adda e li conservò fedelmente con sé fino alla fine della sua vita. Alberto Bendidio, corrispondente di Alfonso d'Este, nel 1523 ricorda che erano in possesso del Melzi le carte di Leonardo. Giorgio Vasari, nell'edizione delle "Vite dei pittori" del 1568, scrive che Francesco "ha care e tiene per reliquie tal carte insieme con il ritratto della felice memoria di Leonardo".

Negli anni successivi egli redasse, quasi seguendo un accordo col maestro, il cosiddetto Libro di Pittura (noto anche come Trattato della Pittura) di Leonardo, coordinando in un unico manoscritto (il codice Urbinate 1270 della Biblioteca Apostolica Vaticana) scritti e pensieri sparsi, raccolti anche da fonti oggi non più reperibili. Per compiere questa impresa Francesco organizzò e numerò l'intero complesso di manoscritti originali apponendo paragrafi e brevi note di sua mano, con rigoroso metodo filologico.

Il patrimonio lasciato dal maestro toscano a Francesco fu poi ceduto dal suo figlio primogenito Orazio, dottore giureconsulto, a Pompeo Leoni, scultore ufficiale del Re di Spagna Filippo II, il quale promise in cambio cariche pubbliche presso il Senato di Milano. Questo fu l'inizio della dispersione dell'opera grafica di Leonardo.