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Cesare Dandini

Cesare Dandini


Cesare Dandini (Firenze, 1º ottobre 1596 – Firenze, 7 febbraio 1657) è stato un pittore italiano.

Membro di una famiglia di pittori apprese l'arte del disegno dal padre Pietro e lavorò con il fratello minore Vincenzo. Condivise con Carlo Dolci una visione della pittura da cavalletto di stampo mistico e oleografico, prova ne siano i ritratti di santi e le pale d'altare lasciate in numero considerevole per molte commissioni soprattutto in Toscana.

All'età di dodici anni fu messo dal padre nella bottega di Francesco Curradi, al tempo uno dei maggiori pittori del tardo manierismo fiorentino. Il Curradi impose il Dandini all'attenzione del granduca Cosimo II de' Medici e a quella del ritrattista ufficiale della corte medicea Giusto Sustermans. Dopo tre anni di scuola dal Curradi, il padre lo fece entrare nella bottega di Cristofano Allori, altro importante pittore fiorentino, ma non potendo migliorare la sua pittura con l'Allori, presto si spostò nella bottega del Passignano. Questo pittore lo coinvolse, vedendo che la sua pittura era ormai matura, nella complessa decorazione del Duomo di Pisa. Lasciato anche il Passignano, Cesare Dandini divenne uno dei ritrattisti più richiesti dalla nobiltà fiorentina che lo adoperò per riempire le proprie collezioni, con ritratti su tela e su rame.

Il Dandini fu, nel Seicento fiorentino, uno dei più prolifici pittore di allegorie, religiose, ma anche profane e mitologiche: una sua tela rappresentante La Carità (soggetto a lui caro, che ripeterà più volte) fu da lui dipinta per il Casino Mediceo di San Marco nel 1632, di cui sono oggi state rintracciate almeno quattro varianti, di cui una fu, nel 1702, trasposta in un arazzo conservato al Museo degli Argenti di Palazzo Pitti[1]. Sempre in tema di allegorie famosa è la sua Allegoria della Commedia, forse per Villa La Petraia, oggi nella collezione della Cassa di Risparmio di Prato e una Figura allegorica, non meglio specificata, che si trova invece al Museo Stibbert di Firenze.

Le tele più famose furono quelle che Dandini dipinse per gli altari di varie chiese e conventi della Toscana. Dipinse per i Padri Serviti pale d'altare per la Basilica della Santissima Annunziata e per l'Abbazia di Vallombrosa sul Pratomagno. Nella prima dipinse una tela con Madonna in gloria e santi datata 1631, una Pietà per la sacrestia firmata e datata 1625 e un'Assunzione di Maria per la Cappella Falconieri. Per la seconda dipinse un ritratto del Beato Omodei del 1629 e una delle sue più importanti pale d'altare, La conversione di Saulo, del 1644. Due tele per la Chiesa di Santa Trinita, sempre dei Vallombrosani, rappresentano scene della vita di San Giovanni Gualberto, fondatore dell'ordine.