La costruzione del Testo Marenco ebbe inizio nei 1860, in un clima di diffuso interesse per le vicende dell'arte scenica. Le fortune del melodramma e le suggestioni che divismo e maniera potevano esercitare sul pubblico della provincia, spiegano in parte di che cosa si alimentasse, in Ceva come in tanti altri piccoli centri, la passione per iI teatro. Ma nel microcosmo della Ceva di un secolo fa, il teatro era di casa e ci si accostava al teatro In una situazione di privilegio: l'esser concittadini di Carlo Marenco, autore tragico di bella fama, sembrava autorizzare ad una particolare confidenza con le cose della ribalta. In questa situazione alcuni filodrammatici, per quanto si sa efficienti ed ambiziosi, stanchi di esibirsi in uno stanzone inadatto, si fecero promotori dello costruzione di un vero teatro: coinvolta nell'iniziativa l'amministrazione comunale, persuasero i notabili del paese, i benestanti in vena di mecenatismo, gli appassionati della prosa e della lirica a finanziare l'impresa e Ceva vide sorgere Il suo bel teatro sull'area un tempo occupata dalle Carceri. L'apertura ufficiale del Teatro ebbe luogo il 28 settembre 1861 con la tragedia Pia de' Talomei di Carlo Marenco, seguita da La locandiera di Goldoni e dalla Francesca da Rimini del Pellico.
Si consiglia di verificare la corrispondenza degli orari di apertura contattando direttamente la struttura.