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Guglielmo Giraldi

Guglielmo Giraldi


Guglielmo Giraldi, oppure Guglielmo Giraldi Magri (Ferrara, ... – ...; fl. XV secolo), è stato un miniatore italiano ferrarese, tra i più importanti del rinascimento italiano, celebre per aver realizzato il Codice Urbinate Latino 365, commissionatogli dal duca di Urbino Federico da Montefeltro e in cui sono rappresentati alcuni episodi dell' Inferno e del Purgatorio dantesco.

L'attività biografica e artistica del Girardi, che iniziò nel 1441 e terminò nel 1496, indicano che ebbe sicuramente una lunga vita. Dopo aver ricevuto la tonsura nella Cattedrale di Ferrara (12 novembre 1441)insieme all'amico e collega Cosmè Tura, per il Girardi incominciò a farsi notare da Lionello d'Este, marchese di Ferrara, per il suo talento artistico, presso il quale realizzò un breviario insieme al suo maestro Giorgio d'Allemagna. Presso la corte estense il Giraldi lavorò anche dopo la morte di Lionello (1450), venendo assunto dal fratello del defunto marchese, Borso. Mentre Giraldi, tra il 1457 e il 1459, lavorava sull'Eneide e altre scene tratte dal corpus virgiliano per il patrizio veneziano Leonardo Sanuto a quell'epoca residente a Ferrara, contribuì all'ornamento artistico della celebre Bibbia di Borso d'Este. Inoltre, sappiamo che il Girardi lavorò anche a Mantova, da come si può desumere da un'epistola del 1469 indirizzata a Barbara di Brandeburgo, moglie di Ludovico Gonzaga. Realizzò anche un Salterio eseguito nel 1475 per i monaci della Certosa di Parma, in collaborazione col nipote Alessandro dei Leoni e conservato nella Biblioteca Estense universitaria di Modena; in questa raffinata opera si ritrovano, tradotti in moduli miniaturistici, i caratteri stilistici della grande pittura ferrarese: incisività di impianto lineare e splendore adamantino del colore.

Il servizio presso la biblioteca di Federico da Montefeltro, duca di Urbino, iniziò verso il 1478, grazie all'intercessione del calligrafo volterrano Matteo Contugi, che ricopierà le terzine dantesche. Alla corte di Urbino, presso la quale il Girardi rimase fino al 1480 alternando la sua permanenza con soggiorni ferraresi e dove ottenne la stima del duca Federigo, il Giraldi pubblicò, dopo due anni di lavori, l'Inferno e alcune scene del Purgatorio dantesco, dando origine a quello che diventerà il manoscritto Urbinate Latino 365, conservato attualmente alla Biblioteca Apostolica Vaticana.

Ritornato a Ferrara, Giraldi continuò a lavorare per il nuovo duca Ercole I, continuando la sua attività di miniatore. Nel 1486 prese definitivamente gli ordini sacri e, nel 1494, è arciprete di San Giovanni di Sassocorvaro. Non si sa dove e quando morì, ma dal testamento del 1478 dispose di essere sepolto nella certosa di San Cristoforo a Ferrara, luogo a lui particolarmente caro.