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Francesco Antonio Picchiatti

Francesco Antonio Picchiatti


Francesco Antonio Picchiatti (Napoli, 10 gennaio 1617 – Napoli, 28 agosto 1694) è stato un architetto, ingegnere e archeologo italiano.

Figlio dell'architetto ferrarese Bartolomeo Picchiatti con il quale lavorerà fino alla morte di quest'ultimo nel 1643, la sua attività è registrata anche come antiquario e archeologo godendo della stima del viceré Gaspar Méndez de Haro, marchese del Carpio. Per il viceré tra il 1683 e il 1687 gira l'Italia in cerca di antichità e lo studio di esse. La raccolta venne ospitata nella casa del Picchiatti dopo la morte del viceré e successivamente trasferita nel Museo dei Grassi[1] che venne visitato nel 1744 dall'architetto Nicola Carletti nel quale considera pregiatissimi i disegni del Picchiatti sui reperti architettonici scoperti nella Porta Cumana e negli scavi di costruzione della guglia di San Domenico nel quale ha rinvenuto i resti di un muro di cinta della città vecchia.

La sua attività principale, l'architettura appunto, è molto variegata e comprende numerosi interventi di edificazione ex novo di edifici sacri e/o civili, restauri di essi, realizzazione di fontane e guglie e opere ingegneristiche. Nel 1644, quando acquisisce autonomia lavorativa dopo la morte del padre, viene associato con l'ingegnere regio Onofrio Antonio Gisolfi nel completamento della Cappella di Palazzo Reale e dello scalone d'onore, l'anno successivo è impegnato nell'innalzamento di due piani del convento di Complesso di Sant'Antonio delle Monache a Port'Alba e dal 1647 è impegnato nell'ampliamento di San Gregorio Armeno e contemporaneamente è attivo alla chiesa e al Chiostro di Sant'Agostino alla Zecca.