Skip to main content

Giacomo Ceruti

Giacomo Ceruti


Giacomo Antonio Melchiorre Ceruti, detto il Pitocchetto (Milano, 13 ottobre 1698 – Milano, 28 agosto 1767), è stato un pittore italiano, annoverato tra i più importanti esponenti del tardo barocco italiano.

Nacque a Milano, probabilmente da quel Fabiano Ceruti che fu allievo di Cristoforo Agricola; fin dai primi anni venti del Settecento fu attivo a Brescia, città in cui si guadagnò il soprannome di «Pitocchetto» per il genere pittorico che aveva come soggetti principali i poveri, i reietti, i vagabondi, i contadini (i pitocchi, appunto), raffigurati in quadri a grande formato e ripresi con stile documentaristico e con uno spirito di umana empatia. Il suo percorso artistico è parte di quel filone della "pittura di realtà", che ha in Lombardia una tradizione secolare: prima di lui grandissimi artisti come Vincenzo Foppa, la scuola bresciana intorno a Moretto e Savoldo, Caravaggio, tutti avevano toccato l'argomento, ma nessuno prima del Ceruti seppe indagare con tanta spietata lucidità la verità quotidiana.

Tra le opere che lo resero celebre la Lavandaia (1736 circa), attualmente alla pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia, e le molte nature morte. Intorno al 1785 dipinse il Ritratto di viandante ora conservato al Museo civico Amedeo Lia di La Spezia, il suo ciclo pittorico presso la Basilica di Santa Maria Assunta a Gandino.

Nel 1882 quindici dipinti del Pitocchetto furono acquistati all’asta nel 1882 dal conte Bernardo Salvadego e custoditi tra le mura del castello, nella piccola frazione di Borgo San Giacomo (Brescia), fino alla seconda metà del Novecento. Tale ciclo, definito da Roberto Longhi, "di Padernello" è ora sparso tra la Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia, il Museo Lechi di Montichiari e collezioni private. Tuttavia nel 2015 la Fondazione Castello di Padernello ha riproposto tale ciclo grazie a delle riproduzioni che danno un'idea della quadreria ottocentesca.