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Enea Salmeggia

Enea Salmeggia


Enea Salmeggia, detto il Talpino o Salmezza (Nembro, 1565-1570 – Bergamo, 25 febbraio 1626), è stato un pittore italiano del tardo rinascimento, attivo principalmente a Bergamo.

Delle sue origini non si sa molto, dato che al riguardo manca una documentazione scritta, tanto da rendere incerta persino l'anno della sua nascita, come forse il giorno della sua morte. Il suo nome fu facilmente confuso in Talpino detto Salmeggia, ma già il suo primo lavoro nella basilica mariana di Bergamo lo firmò “Aeneas Salmetia Dictus /Talpinus Bergomate.

Fin dalla giovane età, cercò di apprendere le arti pittoriche da artisti bergamaschi, anche se si ipotizza che possa avere ricevuto una formazione presso la bottega di Simone Peterzano, sita a Milano, si calcola che proprio alla scuola del Peterzano, Salmeggia incontrò Caravaggio che fu allievo dal 1584 al 1588 Fu proprio il Peterzano a lasciargli l'incarico di realizzare il dipinto Annunziazione per la certosa di Garegnano.

Firmava i quadri con la dicitura Salmezza il Talpino, tanto che in alcuni documenti appare la dicitura: Enea Salmezza pittore, dito Talpino, forse cognome da parte materna e che la figlia adottò: Chiara Talpina, così come alcune vie riportano Talpino come cognome primario.

La maggior prolificità artistica del Salmeggia, da molti considerato un "Raffaello bergamasco", si ebbe però nella sua terra. Egli seppe cogliere l'eredità della pittura lombarda del XVI secolo di Bernardino Luini, artista che conobbe bene avendone studiato le opere conservate nella chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore dove collaborò il Peterzano nei dipinti della controfacciata, e del Correggio, così come del bresciano Moretto, molto presente in Bergamo.

Numerosissime sono infatti le sue opere, eseguite seguendo la tradizione pittorica lombarda, presenti in chiese e santuari della bergamasca, con una grande concentrazione a Bergamo e nella val Seriana. Tra le prime opere, datata 1606 vi è il dipinto Trinità conservato nella chiesa di San Defendente. Nella Arcipresbiterale llebana di San Martino di Nembro, paese d'origine della sua famiglia, ad esempio, è presente un suo ciclo pittorico formato da ben 27 dipinti.