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Taddeo Zuccari


Taddeo Zuccari, o Zucchero o Zuccheri (Sant'Angelo in Vado, 1 settembre 1529 – Roma, 1 settembre 1566), è stato un pittore italiano, fratello del pittore Federico Zuccari.

Nacque a Sant'Angelo in Vado, vicino ad Urbino. Primogenito degli otto nati dal matrimonio del pittore Ottaviano de Zucharellis, cognome poi mutato in Zuccaro (1569), e Antonia Neri: Taddeo, Bartolomea, Federico, Iacopo, Lucio, Maurizio, Aloysio, Marco Antonio.

Esponente di spicco del manierismo a Roma, dove all'età di 14 anni, fu molto influenzato dal Correggio e da Raffaello. Federico Zuccari suo fratello corresse in seguito la storia scritta dal Vasari e un po' troppo romanzata sulla vita di Taddeo.

Nel 1548 fece ritorno nella città pontificia e gli venne commissionata la decorazione (esterna e quindi cancellatasi con il tempo) di una delle case della famiglia Mattei nell'omonima piazza in Roma. Secondo quanto riferisce il Vasari detti affreschi -in chiaro scuro- erano dedicati alle vicende di Furio Camillo. Nel 1550 i suoi genitori giunsero a Roma con suo fratello minore Federico, in occasione del Giubileo promulgato dal papa Giulio III. La volontà dei genitori era che Federico studiasse giurisprudenza, e per questo lo avevano condotto con loro a Roma, ma Taddeo vista la grande predisposizione del fratello per il disegno e la pittura, decise di applicarlo a questa disciplina.

Taddeo all'epoca era già molto noto per la sua bravura e la sua serietà professionale tanto che la sua fama giunse a Guidobaldo II Duca di Urbino. Il Duca dovendo terminare le facciate della Cappella del Duomo, lo richiamò in patria. Ad Urbino Taddeo fu accolto con molta cortesia dal Duca il quale gli spiegò il lavoro che avrebbe dovuto svolgere nella suddetta Cappella. Guidobaldo dovendo poi raggiungere Venezia in qualità di Generale delle Armate, condusse con sé Taddeo al quale fece ritrarre un quadro di Raffaello proprietà dei Conti di Canossa. Sempre per il Duca, Taddeo dipinse una grande tela rappresentante la Conversione di San Paolo.

Tra le sue opere principali e più ammirate vi è il ciclo nella villa di Caprarola, commissionato dal cardinale Alessandro Farnese, portato a termine con l'aiuto del fratello. I due nella Villa Farnese utilizzano un sistema compositivo a quadri riportati già usato largamente da Raffaello e Giulio Romano.