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Lippo di Dalmasio


Lippo di Dalmasio Scannabecchi, in latino Philipus o Lipus o Lippus Dalmasii de Scanabicis (Bologna, 1355 circa – Bologna, ottobre 1410), è stato un pittore bolognese documentato tra il 1377 e il 1410.

Lippo di Dalmasio nacque a Bologna nel 1353 o poco dopo: il padre era Dalmasio Scannabecchi, pittore, come pittore era lo zio, il noto Simone di Filippo, fratello della madre Lucia.

Nell'agosto 1377 era residente a Pistoia (città nella quale il padre era stato sicuramente attivo tra il 1359 e il 1363), citato in un documento che riguarda beni immobili dell'eredità paterna nella città di Bologna: Lippo risulta essere accompagnato dallo zio Simone perché ancora di minore età. Nel 1381 firmava un affresco in casa bolognese poi andata distrutta. Un documento del 1383 ne attesta la sua attività di pittore, relativamente ad una tavola (Madonna col Bambino e quattro santi, perduta) che Lippo realizzò per la chiesa dei Serviti di Pistoia. Nella città toscana contrasse matrimonio con la pistoiese Antonia di Paolo Sali. Tra il 1384 e il 1389 i documenti lo registrano abitante ancora a Pistoia. Nel 1385 presentò la denuncia d'estimo a Bologna, dichiarando di possedere due case e tre appezzamenti di terra.

Dal 1390 in poi i documenti lo ricordano sempre a Bologna, dove stabilì la sua residenza nella cappella di San Domenico, grazie anche al mutato clima politico dopo decenni di lotte tra fazioni, nel corso delle quali la famiglia ghibellina degli Scannabecchi aveva subito il bando. A Bologna aveva bottega presso la centralissima cappella di San Michele del Mercato ed ebbe l'incarico con Giovanni di Ottonello di dipingere una tela destinata a pala d'altare provvisoria nella erigenda basilica di San Petronio (il doc. del 14 marzo 1393 ne attesta il pagamento).

L'ultimo decennio del secolo lo vide prolifico artista di opere devozionali per prestigiose committenze e anche cittadino impegnato in incarichi pubblici, cosa che denota da un lato la stima di cui godeva a Bologna e dall'altro un suo discreto grado di acculturazione: fu podestà del sacco in un paese del contado (1391), amministratore (notarius) del dazio dei mulini (1392), esattore comunale pro fumantibus (1393), vicario a Tossignano (1394) a Galliera (1396), a Budrio (1397) e castellano a Castelfranco (1399).