Sono centinaia le tombe presenti, organizzate secondo un piano urbanistico preordinato: simili per struttura e dimensione, presentano un dromos (corridoio) dotato di gradini che conduceva all’ingresso, chiuso da un grande lastrone. Il vano interno sui tre lati disponeva di banchine dove venivano collocate le urne o olle con le ceneri del defunto e i relativi corredi funebri.
Al tradizionale ceto gentilizio si affianca un gran numero di personaggi di rango inferiore, liberi o schiavi affrancati. Utilizzata tra il III secolo e il I secolo a.C., la necropoli era pertinente a un insediamento collegato all’attività estrattiva nelle vicine cave di travertino in località Santa Sabina.
Le urne, alcune esposte nell’Antiquarium comunale di Corciano, sono in genere lisce; solo in alcuni casi, presentano decorazioni scolpite arricchite da vivaci policromie. Sui coperchi è spesso inciso il nome del defunto.
La musealizzazione della necropoli si inserisce in un più ampio progetto di percorso naturalistico-archeologico che include anche la necropoli di Fosso Rigo, utilizzata da artigiani dediti alla lavorazione della pietra.