La villa apparteneva probabilmente ai Nonii, una delle più importanti e influenti famiglie bresciane, che aveva interessi economici e vaste proprietà nella zona del lago e nel vicino territorio collinare e montano. Grazie a un’iscrizione proveniente probabilmente dall’area della villa, questa è stata attribuita a Marco Nonio Macrino, console nel 154, proconsole d’Asia nel 170-171, legatus e comes dell’imperatore Marco Aurelio.
Disposta parallelamente alla linea di costa, doveva avere un aspetto monumentale, con loggia frontale verso il lago e con avancorpi sui lati nord e sud. Costruita nel I secolo d.C., subì interventi e trasformazioni nei secoli successivi sino all’inizio del V secolo d.C.. L’unico settore attualmente visitabile è quello meridionale che costituiva parte di uno dei due avancorpi laterali del complesso. Qui si aprono diversi ambienti, alcuni dei quali con pavimenti a mosaico e muri perimetrali conservati sino a oltre un metro di altezza, con resti consistenti della decorazione pittorica parietale. L’asse centrale della villa si trovava più a nord, dove sorge la casa colonica tra la villa e la chiesa parrocchiale.
Davanti al loggiato, immerso in un ampio giardino, si trovava un grande bacino-fontana rettangolare, di forma molto elaborata, lungo ben 47 metri e largo 6. La villa conservò sino al momento della distruzione aspetti propri di un edificio di grande lusso.