L'oratorio di San Bernardino si trova a Perugia, in piazza San Francesco, accanto alla basilica di San Francesco al Prato. Celebre è la facciata, in delicata policromia, coperta di rilievi di Agostino di Duccio, che ne fanno uno dei più significativi esempi di arte rinascimentale in città.
La facciata è incorniciata da due pilastri laterali, ciascuno contenente due tabernacoli, che reggono un frontone. Nello spazio mediano si apre un portale gemino, sormontato da una grande lunetta.
A partire da questi elementi architettonici si dispone la decorazione scultorea di Agostino di Duccio, col predominio dei bassorilievi e dei panneggi molto mossi delle figure. Nel timpano si vede Gesù benedicente tra angeli e serafini, sovrastante l'iscrizione AVGVSTA PERVSIA MCCCLXI. I tabernacoli superiori hanno le statue dell'Arcangelo Gabriele e di Maria annunciata, mentre i quelli inferiori i patroni di Perugia, Sant'Ercolano e San Costanzo. La lunetta mostra l'Ascensione di san Bernardino in una mandorla, tra angeli musicanti e cherubini. Segue un fregio che corre al di sotto delle nicchie superiori e lungo l'architrave del portale, con cinque Storie della vita di san Bernardino. Negli stipiti del portale Sei Virtù e Sei gruppi di angeli musicanti.
Lo spazio interno è coperto da volte a crociera ogivali su una navata unica divisa in tre campate. Alla parete destra il Gonfalone di san Bernardino di Benedetto Bonfigli. L'altare maggiore è costruito con un sarcofago paleocristiano di reimpiego (metà del IV secolo circa), in cui fu sepolto il beato Egidio dalla fine del XIII secolo al 1887. È del tipo a colonne con al centro Cristo in trono, tra la personificazione dell'Ecclesia e Apostoli; il coperchio è decorato da Scene del Vecchio Testamento, in particolare l'Arca di Noè e Giona. A sinistra si vede la lastra tombale di fra' Angelo, responsabile dell'erezione dell'oratorio; poco lontano, la Deposizione, copia da Raffaello di Orazio Alfani.
Dietro l'altare, due porte immettono nell'oratorio dei Santi Andrea e Bernardino, decorato da un notevole soffitto a cassettoni intagliati e dorati del 1558. Seggi, stucchi e pitture risalgono al XVIII e XIX secolo, con opere di Gaetano Lapis, Marcello Leopardi, Vincenzo Ferreri.
Nella sagrestia dell'oratorio la tomba del giureconsulto Bartolo di Sassoferrato, morto nel 1357.