Venne fatto costruire tra il 1602 e il 1604 dal tessitore Ippolito Galantini, fondatore della Congregazione della Dottrina Cristiana, i cui membri furono chiamati Vanchetoni, per il modo di camminare cheti e silenziosi, o bacchettoni, in riferimento alla bacchetta usata a scopo penitenziale.
Al centro della sala principale, che ne fa il più grande oratorio di Firenze, spicca un grande stemma mediceo di Pietro Liberi, mentre tutt'intorno si trovano pitture a quadri riportati di Giovanni Martinelli (Predica del Beato Ippolito Galantini, con veduta di Porta al Prato e del luogo dove poi sorse l'oratorio, i Santi Ignazio, Domenico, Giuseppe e Bernardino da Siena), Domenico Pugliani (Morte del Beato Galantini, San Francesco in Gloria, Santa Lucia, Santa Caterina e la Maddalena), il Volterrano (San Giovanni Evangelista, San Giovanni Battista, San Filippo Neri), Cecco Bravo e Lorenzo Lippi.
Una cappella dietro l'altare conserva un grande Crocifisso cinquecentesco, mentre nella cappella del beato si trovano numerosi ex voto. Notevoli sono gli antichi armadi di sagrestia intarsiati.