La famiglia Venturelli, conosciuta ad Amelia fin dal 1300, fa erigere la residenza nobiliare solo nella seconda metà del Cinquecento.
L’edificio venne costruito su preesistenze romane utilizzando le strutture e gli ambienti come base di appoggio. Il Palazzo insiste infatti su una domus romana costruita nel I a.C. nel I d.C. Tra il I e il II secolo d.C venne arricchita da pavimenti decorati a mosaico bianco e nero.
Incassata nel mosaico una base di travertino nella quale si apre l'imboccatura di un pozzo o di una cisterna: si ipotizza la presenza di un cortile o un atrio aperto, ma il pavimento a mosaico lo rende piuttosto insolito.
Il mosaico del primo ambiente è delimitato da una cornice esterna con una particolare decorazione in tessere nere che formano dei quadrati bianchi. Questo tipo di decorazione musiva era già nota alla fine del I a.C. e rimane in voga fino al II d.C.
I mosaici di Palazzo Venturelli rappresentano la ricchezza dell'edilizia privata della città romana, che rispecchia le ambizioni di un ceto emergente che si impone nella società.