Skip to main content

Francesco Messina

Francesco Messina


Francesco Messina (Linguaglossa, 15 dicembre 1900 – Milano, 13 settembre 1995) è stato uno scultore italiano.

Francesco Messina nasce a Linguaglossa in provincia di Catania in una famiglia molto povera. Cresciuto a Genova dove ha studiato e vissuto fino all'età di trentadue anni, si trasferì da qui a Milano. È considerato dalla critica tra i più grandi scultori figurativi del Novecento italiano, insieme a Giacomo Manzù, Arturo Martini, Marino Marini, Felice Mina. È l'autore di alcuni dei maggiori monumenti del Novecento italiano: Santa Caterina da Siena (1961/2), collocata sul lungotevere di Castel Sant'Angelo (che raffigura la cantante ed attrice Maria Sole, utilizzata da Messina come modella); la Via Crucis di San Giovanni Rotondo; il Cavallo morente della RAI; il Monumento a Pio XII nella Basilica di S. Pietro. Le sue opere figurano nei più prestigiosi musei del mondo: Berna, Zurigo, Göteborg, Oslo, Monaco di Baviera, Parigi, Barcellona, Berlino, San Paolo del Brasile, Buenos Aires, Venezia, Mosca, San Pietroburgo, Vienna, Washington, Tokyo.

Tra le opere più celebri dello scultore siciliano c'è il "Cavallo morente" esposto all'ingresso della sede principale della Rai, in viale Mazzini 14 a Roma. L'opera in bronzo misura 4,60 metri di altezza e 5,50 di lunghezza, pesa 25 quintali (compresa la base). L'opera fu commissionata all'artista nel 1964 dall'allora Direttore Generale Bernardi e fu condotto a termine in due anni. Il 5 novembre 1966 fu collocata nell'attuale sede.

Meno noti al grande pubblico, sono le quattro grandi statue in bronzo che raffigurano cavalli in movimento. Le dimensioni di quest'opera unica sono pari a quelle naturali. I quattro modelli in gesso furono realizzati nel 1941 per il progetto di una maestosa opera civile, costituita da una quadriga in bronzo, destinata al prospetto del Palazzo dei Congressi, nel quartiere EUR di Roma. L'opera finita prevedeva dimensioni doppie rispetto alla grandezza naturale (altezza 4,50 metri, larghezza 6,30), ma non venne mai realizzata a causa della guerra. I modelli in gesso, rimasti nella disponibilità di Francesco Messina, furono successivamente fusi in bronzo a spese dell'amico dello scultore, Giovanni Leone che acquistò l'opera. I quattro calchi in gesso per effetto della fusione furono poi distrutti alla presenza dell'artista stesso in modo da rendere la realizzazione un'opera unica.