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Tanzio da Varallo


Antonio d'Enrico, detto Tanzio da Varallo, o semplicemente il Tanzio (Alagna Valsesia, 1582 circa – Varallo (?), 1633), è stato un pittore italiano, tra i migliori interpreti di quel fervore di rinnovamento artistico che, in Piemonte e in Lombardia, si espresse, in modi diversi, sulla scia del lascito di spiritualità di San Carlo Borromeo e dell'Arte della Controriforma.

L'apprendistato di Tanzio avvenne, con ogni probabilità, sotto l'attenzione di Giovanni, fratello più anziano di lui, e si può pensare che essa si sia svolta, com'era tradizione in Valsesia, nel campo della scultura prima che in quello della pittura. Le fonti documentali nulla ci dicono a proposito dell'apprendistato e dei pittorici esordi valsesiani di Tanzio, lasciando le porte aperte a diverse congetture.

La formazione romana dell'artista, compiuta sulle opere del Caravaggio e dei caravaggeschi è confermata dalle prime opere, conservate in Abruzzo e databili intorno al 1610 (Circoncisione, parrocchiale di Fara San Martino; Madonna dell'incendio sedato, collegiata di Pescocostanzo). Nelle opere successive (San Carlo che comunica gli appestati, 1615, parrocchiale di Domodossola) è maggiormente visibile l’interesse per i contemporanei lombardi (Cerano, Morazzone, G. C. Procaccini) e per il secondo manierismo lombardo-piemontese. Il suoi capolavori restano comunque gli affreschi delle cappelle del Sacro Monte di Varallo (dal 1616 al 1628), dove collabora con il fratello maggiore Giovanni d'Enrico. Tra le ultime opere sono soprattutto da ricordare i cicli della cappella dell'Angelo Custode in San Gaudenzio a Novara (1629), di Sant'Antonio Abate e Santa Maria della Pace a Milano, e della chiesa parrocchiale di Borgosesia (1634).