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Camillo Procaccini


Camillo Procaccini (Parma, 3 marzo 1561 – Milano, 21 agosto 1629) è stato un pittore italiano.

Figlio del pittore bolognese Ercole Procaccini il Vecchio e fratello maggiore di Giulio Cesare e Carlo Antonio, entrambi pittori. Come i fratelli ebbe la sua formazione nella bottega paterna a Bologna. La prima opera certa è San Giovanni Battista alla fonte dipinto all'età di sedici anni, ora alla Galleria Estense di Modena, che mostra la formazione sui modelli di Raffaello, Michelangelo e Pellegrino Tibaldi.

Negli anni ottanta del Cinquecento ottenne prestigiose commissioni di affreschi per la cattedrale di Bologna, oggi perduti, dal cardinale Paleotti. Il Cardinale, importante esponente della controriforma, impose al pittore la realizzazione delle opere in conformità ai dettami del concilio di Trento, che caratterizzeranno tutta l'opera del Procaccini. Tra il 1585 e il 1587 affrescò il presbiterio di San Prospero a Reggio Emilia, caratterizzati da una libertà e una fantasia espressiva inconsuete nell'opera del pittore.

Dalla nativa Emilia si trasferì a Milano alla fine degli anni ottanta del Cinquecento al seguito del conte Pirro Visconti Borromeo, colto ed estroso personaggio che gli affidò l'incarico della decorazione del celebre Ninfeo nella Villa Borromeo Visconti di Lainate. Stabilitosi definitivamente a Milano con il padre e i fratelli, ottenne incarichi via via più prestigiosi che culminarono con la commissione delle ante d'organo per il Duomo, nel 1592, che lo resero uno dei pittori eminenti della città, seguita nel 1600 dalla commissione delle altre due ante. Nella capitale del Ducato dominato dalla Spagna, divenne titolare di una bottega assai prolifica e apprezzata, veicolo della propaganda controriformista del cardinale Federigo Borromeo.