Skip to main content

Bartolomeo Schedoni

Bartolomeo Schedoni


Bartolomeo Schedoni (Modena, gennaio 1578 – Parma, 23 dicembre 1615) è stato un pittore italiano del primo barocco.

Della sua prima istruzione artistica non vi è notizia documentata, né è credibile quanto scrisse il prete Giovanni Fogliani nel 1616, che attribuì la scomparsa Madonna del Rosario di Formigine al pennello di un Bartolomeo appena dodicenne. In realtà Bartolomeo collaborava allora con il padre Giulio che, trasferitosi a Parma almeno dal 1594, vi teneva una bottega di mascararo, ossia di fabbricante e fornitore di maschere per le feste e le cerimonie della corte ducale di Ranuccio Farnese: certo Bartolomeo doveva mostrare un certo ingegno per la pittura, perché fu notato dal duca che lo raccomandò per un corso di istruzione presso il pittore manierista Federico Zuccari, allora principe dell'Accademia romana di San Luca.

Forse partito per Roma alla fine del 1594 o ai primi del 1595, non vi si trattenne a lungo. Come scrive lo Zuccari al duca Ranuccio il 26 settembre del 1595, Bartolomeo, «giovane spiritoso e desideroso d'imparare pittura, essendomi [...] commesso a nome di V. A. S.ma ch'io lo tenessi in casa, et insegnassi la profession mia, sì come faceva con'ogni amore [...] mentre io mi godeva potere così tirare avanti il detto Giovane, si è amalato e di malatia che accenna lunghezza, per consiglio de' medici si è risoluto mutar aria, e tornare alla sua Patria, e se bene io l'ho governato, e fatto governare con ogni diligentia, tuttavia il Paese nativo, e la paterna, e materna cura harrà più forza a restituirli la Sanità».

Così quel settembre Bartolomeo aveva già fatto ritorno a Parma, né più tornerà nello studio dello Zuccari né a Roma. Non sappiamo che cosa egli abbia visto ed effettivamente imparato durante quel soggiorno che, soprattutto per la sua brevità, non pare lo abbia influenzato in qualche modo: in particolare il Caravaggio, pur già attivo a Roma, non aveva ancora rivelato il suo stile rivoluzionario. Non esiste alcuna documentazione su un suo diretto discepolato presso un maestro affermato, per quanto si sia voluto ipotizzare che egli sia stato allievo del pittore fiammingo, attivo a Parma, Giovanni Soens, o anche dei Carracci.

Resta sicuramente confermato l'insegnamento esercitato dalla diretta osservazione della pittura del Correggio, che rimane un riferimento costante in tutta la sua attività, mentre più complessa è la sua elaborazione, nei dipinti dell'ultimo periodo, del linguaggio caravaggesco.