La tomba presenta una camera sepolcrale perfettamente quadrata che misura 5,30 metri per lato. I muri perimetrali sono realizzati con lastre di alberese. Le due pareti di destra e di sinistra pendono per qualche decina di centimetri. La parete di fondo invece presenta un lastrone di calcare. Il pavimento, originale per circa due terzi, è impiantito a lastre di alberese.
La camera, preceduta da un brevissimo dromos che significa corridoio all'aperto , è quadrata e la porta è rivolta verso Ovest. Gli stipiti della porta presentano una scanalatura usata come battente per la porta e una fessura che serviva per imperniare la porta ad essa. La tomba è priva della copertura, ma in loco sono stati ritrovati ampi resti della medesima. Per una ricostruzione ideale possiamo immaginare una copertura di tipo ellittico, del tipo a falsa-cupola, a gradoni, dal profilo interno continuo, molto diversa quindi da quella delle tombe di Castellina, di Quinto o di Comeana. Partendo all'altezza dell'architrave, le pietre di copertura erano disposte a filari regolari. Le pietre rimaste sono di taglio molto regolare e misurano 1,40 metri × 0,60 e spessi, in genere, tra gli 8 e i 15 centimetri. Gli elementi d'angolo presentano invece un taglio curvo concavo.
Al momento della scoperta la tomba era già stata depredata da ignoti, ma qualcosa era sfuggito al saccheggio: alcuni vasi, come un kyathos o kantharos che presentava resti di una iscrizione alla base, due grandi ziri con i relativi coperchi.
Tra gli oggetti preziosi sono stati rinvenuti: una placchetta in avorio con decorazioni di animali, una fibula in oro dalle forme di una sanguisuga che probabilmente faceva parte di una parure di cui è stato ritrovato un frammento, un frammento di fibula in argento e alcuni frammenti di ambra. Tutti questi frammenti sono serviti per poter datare con una certa precisione la tomba che dovrebbe risalire al terzo quarto del VII secolo a.C.