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Gerolamo Genga

Gerolamo Genga


Gerolamo Genga (Urbino, 1476 – La Valle, 11 luglio 1551) è stato un pittore, architetto e scultore italiano. Fu uno dei più importanti architetti della prima metà del XVI secolo ed in genere del periodo manierista, tramite tra diversi ambiti culturali ed in particolare tra quello romano e quello marchigiano. Padre di Bartolomeo Genga.

Era figlio di un mercante originario del castello di Genga, nell'attuale comune di Colbordolo; una precoce vocazione artistica, lo portò a lasciare l'educazione mercantile voluta dal padre, e a dedicarsi alla pittura. La sua prima formazione avvenne ad Urbino, dove senza dubbio conobbe quanto meno le opere dei grandi artisti che avevano lasciato testimonianza alla corte dei Montefeltro, dai quali derivò il grande interesse per la prospettiva che sarà uno dei tratti della sua personalità artistica. Fu poi, negli ultimi anni del secolo, allievo al seguito del pittore Luca Signorelli a Orvieto, Cortona e forse Siena. Nei primissimi anni del XVI secolo completò probabilmente la sua formazione a Perugia nella bottega del Perugino, nel periodo in cui vi si trovava il concittadino Raffaello.

Nel 1504, il primo documento scritto relativo alla sua vita, lo vede impegnato ad affreschi oggi perduti in una cappella del Duomo di Urbino. La sua prima attività fu quindi come pittore e fu attivo a Urbino (1504-1509), spesso in collaborazione con Timoteo Viti eseguendo opere oggi perdute e progetti per apparati effimeri e forse allestimenti teatrali. È probabile che intorno al 1507 si sia recato a Firenze in un momento importante nella vita artistica con la presenza in città di Michelangelo e Leonardo.

Nel 1512 Genga ritorna a Urbino, ma nel 1513 la sua presenza è documentata a Cesena e sembra che, pur con i continui spostamenti che caratterizzaro questo periodo della sua vita, sia stato attivo soprattutto in Romagna, in particolare a Forlì, fino al 1518. In questa città potrebbe aver disegnato i progetti per il Palazzo del Monte di Pietà, progetti per i quali, però, si fanno anche i nomi di Michelangelo o Bramante.

Nel 1519 è documentato a Roma dove Agostino Chigi gli commissionò la pala della Resurrezione per l'oratorio di Santa Caterina dell'arciconfraternita dei Senesi. A Roma Girolamo inizio' ad occuparsi di architettura in quel fertile ambiente animato da interessi archeologici e classicisti che era la bottega di Raffaello.

Nel 1522 fu chiamato al servizio del duca Francesco Maria I della Rovere e di sua moglie Eleonora Gonzaga che avevano riconquistato il ducato di Urbino, dopo un lungo esilio a Cesena e Mantova. Il nuovo duca stabilì la nuova capitale a Pesaro e incaricò Genga, che forse aveva conosciuto durante il periodo d'esilio a Cesena, della ristrutturazione del palazzo Ducale di Pesaro. Genga fu al servizio della corte, dove conobbe Pietro Bembo, per un lungo periodo, trasformandosi gradualmente da pittore in architetto. Gli venne affidato l'ampliamento, in varie riprese, della vecchia Villa Imperiale a Pesaro. Nel 1543 inizia i lavori per la Chiesa di San Giovanni Battista a Pesaro, destinata a mausoleo ducale.

Nel campo dell'architettura militare ebbe numerosi discepoli diretti o indiretti, divenuti protagonisti di primo piano nell'affermarsi della "fortificazione alla moderna". Tra questi il figlio Bartolomeo Genga (1518-1558), suo collaboratore nelle opere più tarde, il genero Giovanni Battista Belluzzi di San Marino, architetto militare a servizio del Granducato di Toscana e trattatista, il nipote Giovan Andrea Belluzzi e il pronipote Simone Genga (1530-1596), progettista della cinta muraria di Grosseto e di altre opere.