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Carlo Vanvitelli


Carlo Vanvitelli (1739 – Napoli, 1821) è stato un architetto e ingegnere italiano, attivo principalmente a Napoli e nei dintorni. Egli costrui numerosi edifici in stile neoclassico e dal re, nel primo Ottocento, venne nominato primario del corpo degli architetti e ingegneri. Il Vanvitelli operò anche nel completamento delle opere paterne apportando spesso modifiche all'originale dando un aspetto più sobrio ed elegante agli edifici, tra questi spicca la Reggia di Caserta.

Carlo Vanvitelli è il primogenito di Luigi Vanvitelli, oltre a lui anche i fratelli Pietro Vanvitelli e Francesco Vanvitelli diverranno architetti. Gaspare Vanvitelli, altro fratello, invece prenderà la carriera forense. La sua formazione è pervenutaci attraverso le epistole tra il Vanvitelli e il fratello Urbano.

Carlo e Pietro ebbero una formazione parallela, entrambi si esercitarono nel cantiere della Reggia di Caserta e furono attivi nei cantieri dell Acquedotto Carolino insieme a Francesco Collecini e Pietro Bernasconi. Nel 1759 collaboranono col padre ai rilievi del Foro Carolino. L'ultimo lavoro insieme dei due fratelli è una collaborazione con il Collecini per il rilievo del Casino di San Nicadro a Barra, questo lavoro fu alquanto impegnativo poiché è intervenuto anche il Vanvitelli stesso a risolvere alcuni problemi. Luigi prese la decisione di lasciare Carlo a Napoli e Caserta per seguire i lavori paterni, mentre Pietro e Francesco partirono per la Spagna con Francesco Sabatini e Marcello Fonton. In una lettera il Vanvitelli dichiarò di avere più di sessant'anni, sofferente di gotta, si stabilì ad Ischia per cure termali; Carlo nel frattempo risiedeva a Caserta per dirigere il cantiere sotto stretta supervisione paterna, fino alla sua morte.

Alla morte del padre avvenuta il 1º marzo 1773, Carlo acquisì la direzione del cantiere della Reggia e vi eseguì anche alcuni lavori di pregevole interesse architettonico, tra questi il giardino all'inglese e le decorazioni degli ambienti. Questo periodo fu anche molto travagliato a causa di cambiamenti culturali diretti verso il neoclassicismo dove Carlo rimase incerto nelle sue soluzioni architettoniche.