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Benedetto Antelami

Benedetto Antelami


Benedetto Antelami (Val d'Intelvi, 1150 circa – 1230 circa) è stato uno scultore e architetto italiano.

Attivo prevalentemente a Parma è uno dei pochi artisti di rilievo del XII-XIII secolo dei quali ci sia giunto il nome; egli costituisce insieme a Nicola Pisano una delle personalità (quella di Benedetto in anticipo rispetto a Nicola) che contribuirono alla diffusione della cultura gotica in Italia e alla sua rielaborazione in chiave classica.

Forse originario della Lombardia, in particolare della Val d'Intelvi e formatosi all'interno della corporazione di lapicidi e architetti detti magistri antelami (pronuncia Antèlami), la sua attività è accertata solo nell'area di Parma dal settimo decennio del XII secolo al secondo o terzo decennio del XIII.

La ricostruzione dei dati biografici dell'Antelami, la sua origine, la formazione artistica e le vicende professionali che lo avrebbero visto operare come scultore e come architetto, si appunta sulle uniche due iscrizioni datate che l'artista ha lasciato a Parma, quella del 1178 sulla Deposizione della cattedrale (Benedictus Antelami dictus) e quella del 1196 sull'architrave del portale nord del battistero (Benedictus), oltre che sul confronto critico delle opere parmensi autografe con altre sculture di area emiliana e francese.

La prima presenza di Benedetto a Parma fece seguito a un mutamento politico che ricondusse la città all'osservanza romana, sotto la guida del vescovo Bernardo II (vescovo dal 1169, morto nel 1194), dopo una fase scismatica e filoimperiale. La riorganizzazione dell'area presbiteriale del duomo, per volontà del vescovo, alla quale la bottega dell'Antelami attese tra i primi anni sessanta e i primi anni ottanta del XII secolo, ne manifestava alla popolazione l'indirizzo, sancendo l'autorità della chiesa quale unico veicolo per la salvezza eterna.

Oltre alle opere parmensi firmate, che circoscrivono le notizie biografiche entro il 1216, sono stati attribuiti all'Antelami giovane due leoni stilofori reimpiegati nella facciata della cattedrale di Genova, ritenuti parte di un pulpito, opere che altri studiosi ritengono di data più tarda (circa 1210) e realizzati da uno stretto collaboratore del maestro per un non finito portale destinato alla fronte dell'edificio romanico (di cui farebbero parte anche altre sculture reimpiegate nell'attuale facciata: due mensole sottostanti ai leoni stessi, di cui una non finita, e due rilievi con scene di circo su modello classico installati ai lati dell'arcata maggiore.